QUADRO CLINICO

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La sindrome di Joubert deve essere sospettata in tutti quei bambini che presentano sin dalla nascita ipotonia, anomalie dei movimenti oculari (fre­quentemente aprassia oculomotoria, che provoca l’impossibilità di effettuare movimenti di inseguimento visivo, ma anche nistagmo orizzontale o rotatorio o movimenti oculari erratici) e disturbi del pattern respiratorio, in particolare episodi alternati di apnea e tachipnea che si presentano in epoca neonatale e che si riducono progressivamente con l’età, fino a scomparire. Può essere presente anche strabismo, ptosi ed ambliopia.

L’ipotonia muscolare, evidente per lo più nella prima infanzia, successivamente evolve in atassia (perdita della coordinazione muscolare) e risultano sempre più evidenti un ritardo nella acquisizione delle tappe psicomotorie e ritardo mentale. Tuttavia, le capacità cognitive sono variabili, e ricoprono uno spettro che va dal riscontro di un QI (Quoziente Intellettivo) normale ad un ritardo mentale severo con marcata compromissione delle competenze motorie, del linguaggio, delle funzioni adattive. Il ritardo mentale spesso si associa ad alte­razioni comportamentali e sono anche stati segnalati casi correlati di autismo e disturbi del sonno.

Le manifestazioni oculari nella Sindrome di Joubert sono estremamente varia­bili. Le anomalie più frequenti sono a carico della retina, con quadri diversi che vanno dalla gravissima amaurosi congenita di Leber (associata a perdita com­pleta del visus entro il primo anno di vita) a forme più lievi di distrofia retinica o retinopatie progressive, con visus parzialmente conservato.

L’interessamento renale si manifesta nella maggior parte dei casi con nefro­noftisi (NPH) e molto raramente con displasia renale cistica.

 

La NPH si defini­sce come una atrofia tubulare renale associata a ispessimento della membrana basale e a fibrosi interstiziale, più raramente a sclerosi e a cisti glomerulari. A differenza delle manifestazioni neurologiche della JS, la NPH è una con­dizione lentamente progressiva, che esordisce in età infantile o più comune­mente in epoca adolescenziale. Le manifestazioni iniziali sono subdole e spesso non vengono riconosciute, come ad esempio poliuria e polidipsia. Il rene perde progressivamente la capacità di concentrare le urine e si sviluppa una insuf­ficienza renale chespesso esita nella necessità di effettuare un trapianto d’organo.

Una minoranza di pazienti affetti da JSRD presenta coinvolgimento epatico, solitamente caratterizzato da fibrosi epatica congenita (CHF). Il quadro clini­co è variabile, e può rimanere asintomatico o esitare in quadri gravi di insuf­ficienzaepatica, con varici esofagee e ascite. Questo sottogruppo comprende anche la sindrome COACH, caratterizzata dall’associazione di JS, fibrosi epatica congenita e coloboma corio-retinico.

Infine, la sindrome oro-facio-digitale tipo VI è un sottogruppo particolare di JSRD in cui i segni neurologici tipici della JS ed il segno del dente molare si associano a polidattilia (tipicamente preassiale o mesassia­le, ma anche postassiale) e anomalie facciali (frenuli linguali multipli, amartomi linguali, labio e/o palato­schisi).

Segni clinici aggiuntivi, quali i dismorfismi facciali, il coloboma corio-retinico, anomalie cardiache, situs inversus e altre malformazioni del SNC (idrocefalo, encefalocele occipitale, anomalie del corpo calloso,  polimicrogiria), possono riscontrarsi in modo variabile in ciascuno dei sei sottogruppi.